Cosa ci potrà mai raccontare un fiore?!
C’è chi cerca consolazione alle proprie pene d’amore, interpellando margherite e poi c’è colei che coccola i tulipani, come se fossero i suoi piccoli bimbi, testimoni del passare del tempo, ma custodi dell’anima di chi li ha voluti.
A Villa Pisani Bolognesi Scalabrin a Vescovana, sono proprio loro a raccontarci, incorniciati dal monumentale giardino, la storia di Evelina van Millingen … colei che tanto l’ha desiderato e dove oggi è possibile ammirarne più di 200.000.
Evelina van Millingen
Evelina van Millingen (Costantinopoli 1831 – Vescovana 1900), contessa Pisani e sposa di Almorò III, nasce nel 1831 a Costantinopoli.
È una donna colta e molto bella, figlia del Dr. Julius van Millingen, il medico inglese di antica origine olandese che curò Lord Byron sul letto di morte, poeta e politico inglese, uno dei maggiori esponenti del movimento romantico.
La madre è Marie Dejean una colta giornalista francese che era vissuta alla corte del Sultano di Costantinopoli.
Nel 1852 quando giunge a Vescovana decide di trasformare il giardino di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin nel suo piccolo angolo di paradiso, che diviene piena espressione della sua anima poliglotta.
L’influenza inglese, fiamminga e italiana ma anche il forte legame con la Turchia e la cultura islamica si fondono in un’unica anima esprimendosi in un giardino che costituisce un unicum nel suo genere.
Il giardino all’italiana di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin
Proprio di fronte Villa Pisani Bolognesi Scalabrin, troviamo il tradizionale giardino all’italiana caratterizzato da forme geometriche con siepi di bosso modellate grazie all’arte topiaria, ossia l’arte di tagliare le piante.
Qui troviamo piante scelte con cura in modo d’alternare il periodo di fioritura, ma anche chiari elementi che rievocano il giardino islamico, rispecchiando così le origini di Evelina.
Tra questi troviamo:
- la fontana che sorge al centro dei 4 viali che rappresentano i quattro elementi che governano la vita: l’aria, la terra, l’acqua e il fuoco;
- e la presenza di 4 pavoni di pietra, che sono nella tradizione dei sultani, i custodi della casa e rappresentano: nobiltà, aristocrazia, immortalità e bellezza.
Anche la scelta nel numero 4 è simbolica: questo numero nella cultura islamica rappresenta le quattro stagioni, i quattro elementi della natura e i quattro fiumi sacri.
Il giardino stesso visto dall’alto rappresenta la coda di un pavone aperta, si tratta di un animale che rientra nella simbologia ottomana del paradiso.
Lo possiamo vedere guardando le foto satellitari su Google Maps:
45°08’04.7″N 11°42’25.4″E
Il giardino romantico all’inglese di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin
Poco oltre si apre il giardino romantico all’inglese che segue invece le linee della natura, seppur con l’intervento dell’uomo.
Qui il vasto campo di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin adibito a colture nel periodo dei Nani Mocenigo, è costellato di tulipani, i fiori di Allah. Il nome di questi fiori deriva da “Dulband” che significa turbante.
Al contrario di quanto si crede, infatti, i tulipani sono originari della Turchia e solo successivamente vennero importati in Olanda.
Quale fiore poteva esprimere meglio l’animo di Evelina se non il tulipano quindi?!
Il campo contiene oggi più di 200.000 specie di tulipani a fioritura differenziata che si mescolano ai fiori spontanei ricordando un quadro impressionista. E’ possibile camminare senza calpestarli lungo alcuni sentieri di prato falciato che dall’alto formano a loro volta la sagoma di un tulipano.
All’ombra degli alberi secolari che circondano il parco è possibile fare delle piacevoli scoperte.
Lasciando la villa alle spalle e partendo da destra troviamo:
- una ghiacciaia,
- delle finte rovine, tipiche del giardino all’inglese;
- un tempietto dedicato a Sant’Antonio su una collinetta;
- una chiesetta (non visitabile dalla villa) poiché donata alla Chiesa, realizzata da Pietro Selvatico, al cui interno si trova la tomba di Evelina, Almorò III, dei Nani Mocenigo e dei Bentivoglio;
- ed infine un teatrino in stile rustico svizzero costruito dai Nani Mocenigo.
Il giardino di Evelina è solo uno dei tanti tesori custoditi nella villa. Tra le mura sono custoditi infatti anche dei meravigliosi affreschi che rispecchiano la ricchezza dei proprietari che si sono succeduti alla proprietà.
Ma come è iniziato tutto?
La storia di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin a Vescovana
La storia di Vescovana inizia attorno all’XI secolo quando Azzo II d’Este sposa Cunizza, figlia del Conte Guelfo II di Altdorf e di Ermengarda di Lussemburgo.
Nella cospicua dote che la sposa porta con sé ci sono anche diverse terre tra le quali la cosiddetta Corte Elisina, un vastissimo feudo che ha come centro Solesino, da cui prende il nome, ma che comprende anche un’ampia area della Bassa padovana, tra cui Granze, Sant’Elena e Vescovana.
Questo territorio rimane nelle mani degli Este per circa 100 anni fino a quando non arrivano i padovani comandati da Ezzelino da Romano detto “Il Terribile” che saccheggia ed incendia Vescovana.
Il territorio preso dai padovani rimarrà nelle loro mani per circa 200 anni, a cui seguirono i veneziani della Repubblica della Serenissima di Venezia che conquistarono il territorio e lo misero successivamente all’asta a metà del 1400.
Il terreno viene acquistato dalla famiglia Pisani, una delle famiglie più importanti del patriziato veneziano, da Alvise Pisani, padre di Francesco Pisani, rappresentato in uno dei quadri all’interno del salone delle feste nella villa.
Francesco Pisani
Francesco Pisani divenne Cardinale a 23 anni e successivamente Vescovo ricoprendo numerose cariche ecclesiastiche.
In realtà, la sua condotta non era propriamente retta, infatti ebbe una figlia prima di diventare Cardinale, non risiedette mai in diocesi, ma preferiva vivere nei palazzi del patriziato, prediligendo gli svaghi allo studio.
Nel 1527, quando ci fu il sacco di Roma, riuscì a far nominare vescovo persino il nipote Alvise di soli 5 anni.
Il Cardinale Francesco Pisani, vescovo della città di Padova, fu una figura chiave per il patrimonio artistico veneto perché commissionò molte ville tra cui:
- Villa dei Vescovi a Luvigliano, una villa pre palladiana,
- Villa Pisani di Montagnana, palladiana.
A metà del 1500 fu la volta di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin, come è testimoniato dalla “Mappa del Retratto del Gorzon” uno straordinario documento che troviamo nel museo etnografico di Stanghella, in cui si vede la villa con le dimensioni originarie, associata proprio al suo nome.
Non è un caso che nei primi documenti Vescovana veniva chiamata “Episcopana” da “Episcopo” che vuol dire Vescovo.
Evelina van Millingen
Nel 1852 Evelina van Millingen sposo’ Almorò III Pisani, l’ultimo Pisani del ramo di Santo Stefano quello che un tempo era il più nobile e ricco.
Purtroppo suo nonno Alvise aveva sperperato il patrimonio, tra costruzione di ville sfarzose e il vizio del gioco, comune in famiglia, riempiendo di debiti i Pisani.
La villa di Stra fu venduta a Napoleone nel 1807 risollevando temporaneamente le finanze dei Pisani, ma l’unica fonte di guadagno rimaneva la Villa di Vescovana.
Fu così che entrambi si rimisero all’opera per ridare splendore alla villa ormai in completo abbandono e usata come magazzino agricolo. Persino gli affreschi erano rovinati dall’umidità e dall’incuria.
La villa venne restaurata e la gradinata originaria fu abbattuta per far posto all’attuale ampio terrazzo belvedere del piano nobile dal quale Evelina amava ammirare dall’alto il suo giardino.
Purtroppo Almorò non riuscì a vedere completata la straordinaria trasformazione, frutto dell’operato dalla moglie. Morì di cancro il 17 luglio 1880 a 65 anni.
Evelina, restata sola, nonostante il dolore, continuò con forza e tenacia a condurre l’azienda agricola riportandola al massimo splendore che raggiunse l’apice nell’ultimo decennio del ‘800.
La proprietà attuale di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin
Evelina non ebbe eredi per cui Villa Pisani Bolognesi Scalabrin passò a dei lontani parenti, i Bentivoglio e poi successivamente ai Nani Mocenigo, finche’ nel 1969 venne acquistata dalla Sig.ra Mariella Bolognesi Scalabrin.
Fu proprio lei a ridare splendore al giardino di Evelina e alle stanze, durante un restauro durato circa 30 anni, grazie al quale furono riportati alla luce tutti gli affreschi che si possono attualmente ammirare sulle pareti e che erano stati coperti per anni da uno strato d’intonaco.
Gli affreschi di Villa Pisani Scalbrin
Salita la scalinata si giunge al salone delle feste che, a differenza delle altre sale, è ottocentesco, poiché interessato dai lavori di restauro durante i quali venne abbattuta la scalinata monumentale esterna per realizzare il terrazzino e costruita la nuova scala.
Le stanze di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin sono affrescate da Dario Varotari, amico e allievo di Paolo Veronese, con soggetti biblici come Salomone e la Regina di Saba e cornucopie che simboleggiano l’abbondanza, ma anche dallo stesso Paolo Veronese, uno dei più importanti pittori della seconda metà del 500 in Veneto e da Giambattista Zelotti.
Troviamo anche rappresentazioni di San Giovanni Battista, patrono di Vescovana, San Sebastiano, ma anche soggetti mitologici tra i quali:
- il Trionfo di Nettuno;
- il Giudizio di Paride, l’evento che scatenò la guerra di Troia;
- Cerere e Bacco, la Dea dell’agricoltura riconoscibile dalla corona di spighe e il Dio del vino e dell’ebrezza, di buon auspicio per la villa.
Ricordiamo, infatti, che Villa Pisani Bolognesi Scalabrin di Vescovana nasce come villa agricola nel 1500 grazie ai veneziani e alle numerose opere di bonifiche che eseguirono in queste zone.
Giardinity: l’omaggio ad Evelina
L’omaggio alla personalità e al fascino di Evelina è stato fortemente voluto dalla Signora Mariella Bolognesi Scalabrin, attuale proprietaria della villa, che ha creato anche un interessante progetto: Giardinity.
Durante la fioritura, ogni sabato e domenica è infatti disponibile per i visitatori un ricco programma di attività: visite guidate nel parco e nella villa, incontri letterari e culturali, laboratori e attività ludiche per bambini, nonché un’area per Pic Nic.
Puoi consultare maggiori informazioni sull’evento Giardinity cliccando qui.
“La bella favola” di Evelina
Passeggiando per Villa Pisani Bolognesi Scalabrin si sente ancora fortemente la personalità e il fascino di Evelina. Si dice che il 30 settembre di ogni anno la Contessa Evelina riappare nel giardino della villa.
Si tratta di un mix di cultura e di amore per la natura che permea gli ambienti, fortemente voluto e realizzato da Evelina, ed ora restaurato e difeso dall’attuale proprietaria, la Sig.ra Mariella Bolognesi Scalabrin che ha deciso di acquistare la villa proprio il 30 settembre 1969.
Villa Pisani Bolognesi Scalabrin era ed è tuttora il suo angolo di paradiso o come amava definirlo lei “Gromboolia” in onore del regno immaginario sognato da Edward Lear (1812-1888) scrittore e illustratore inglese, famoso per i suoi nonsense, “il regno dove tutto è possibile perché ogni visione può diventare realtà” .
Vorrei concludere questa storia con questa bellissima frase:
“Le storie dei giardini sono sempre storie di persone, di chi li ha creati, curati, amati e conservati,
perché il giardino è luogo dell’anima di chi li ha voluti”.
Vi piacerebbe soggiornare in questa meravigliosa villa?! E’ possibile! Ecco il link dove potete riservare questa esperienza indimenticabile per voi o per chi amate. Clicca qui.
Che meraviglia questa villa e che meraviglia questo giardino, sarà che i tulipani sono tra i miei fiori preferiti! E che bello che, grazie a due donne, questo posto sia riuscito a rifiorire (in tutti i sensi).
Ho letto con grande interesse questo articolo perché sono un’appassionata di giardinaggio e fotografia e questo posto ovviamente mi ha incuriosito molto. In particolare il giardino all’inglese a cui mi ispiro anche per il mio giardino. Non avevo mai visto i tulipani mescolati così nei prati: meravigliosi!
Una meraviglia unica! Vale la pena visitare questa villa, non solo per le meraviglie dei suoi giardini, ma anche solo per vivere più da vicino le storie che la contornano